Arrivò una mattina presto, mentre l’alba inoltrata stava tingendo di un rosa pallido i monti attorno all’altipiano.
Era un vecchio monaco con abito e mantello arancione. Ciò che lo rendeva strano era che portava legata alle spalle, una sedia di vimini ed appoggiata sulla seduta della stessa, un sacco che doveva contenere i suoi pochi averi.
Io, a quel tempo, avevo 12 anni; non di più. Era estate e nel mio villaggio sui monti non c’era molto da fare per un ragazzino.
Senza un motivo seguii quello strano uomo che si mise seduto in terra nella piazza del villaggio, pose davanti a sé la sua ciotola per le elemosine ed iniziò a recitare un mantra.
Aveva uno sguardo sorridente e gli occhi riflettevano una calma profonda che impressionava chiunque lo guardasse.
Piano piano qualche moneta cadde nella ciotola e qualcuno gli allungò qualcosa da mangiare.
Nel primo pomeriggio tornai per vedere se fosse sempre li. Lo vidi che si stava allontanando e io lo seguii.
Dopo un po’ si fermò davanti alla grande montagna che saliva oltre il cielo.
Si mise a sedere sulla sua sedia e rimase cosi, immobile a guardare la montagna.
Allora un po’ timidamente mi misi anch’io a sedere accanto a lui ed a guardare la montagna. Lui mi rivolse uno sguardo benevolo ma non proferì parola.
Dopo un po’ io non vedevo altro che la montagna immobile e gli chiesi
-Ma cosa vedi, cosa c’è di interessante nella montagna?
-Noi non vediamo i cambiamenti. Per noi tutto è fermo, immobile come quella montagna. Cosa c’è di più fermo di una montagna, pensiamo. Ma non è cosi. Nell’universo nulla è fermo, nulla è sicuro per sempre. Vedi, il colore cambia a seconda dell’ora e la luce muta e ti fa vedere particolari che altrimenti non vedresti.
Se tu guardi con occhi acuti e pazienti vedrai crescere l’erba, cadere le foglie, apparire e scomparire le nuvole, come nella nostra vita appaiono e scompaiono le persone. Alcune nuvole ci paiono bellissime, altre ci portano vento e tempesta.
Esattamente come fa la vita con noi.
Noi ci illudiamo, certi di false speranze e sicurezze, che nulla cambierà nella nostra vita, che nulla ci potrà accadere. Pensiamo che il futuro sia lo stesso del passato. A volte tremiamo per qualcosa che potrebbe accadere e speriamo che non ci tocchi.
Gli animali, loro si che percepiscono che nulla è fermo e sicuro. L’orso si prepara per tempo all’inverno, il daino percepisce l’arrivo della tigre e scappa.
Noi no, ormai non riusciamo più a vedere il mondo, l’universo intorno e dentro di noi.
Queste parole mi colpirono, ma li per li non riuscii bene a capirle e rientrai a casa.
Il giorno dopo tornai al solito posto e lo ritrovai lì, immobile. Aveva solo aperto un ombrello e lo aveva fissato alla sedia per ripararsi dal sole d’estate.
-Salve Lama
-Pace a te figliolo. Sei venuto a vedere come l’universo cambia? Siediti accanto a me. Inizia fissando un punto della montagna, del prato del cielo, quello che vuoi e guarda i cambiamenti.
Io guardai prima la roccia della montagna. La luce mutava in continuazione e rimasi colpito di quante sfumature potesse avere un sasso. Poi mi misi a fissare un punto del cielo. Vedevo correre le nuvole in un fantastico caleidoscopio. Bianco grigio nero si confondevano nella mia testa. Fu un’esperienza nuova e grandiosa.
-Grazie Lama, domani tornerò. - Lo salutai
-Domani forse sarò ancora qui.
Il giorno dopo tornai e lui era ancora lì.
Io mi rimisi a guardare la roccia e il cielo e l’erba. Mi sembrava di sentirla crescere. Sentivo la roccia che lentamente si sgretolava, sentivo l’anima delle nuvole, sentivo il vento che portava via qualcosa di me.
Andò avanti così per quasi un mese. Ci sedevamo accanto e osservavamo.
Il Lama recitava il suo Tantra.
Mi spiego che il Tantra è il ritmo dell’anima dell’universo. Mi disse che tutto vibra e niente può stare mai fermo.
Era un vecchio monaco con abito e mantello arancione. Ciò che lo rendeva strano era che portava legata alle spalle, una sedia di vimini ed appoggiata sulla seduta della stessa, un sacco che doveva contenere i suoi pochi averi.
Io, a quel tempo, avevo 12 anni; non di più. Era estate e nel mio villaggio sui monti non c’era molto da fare per un ragazzino.
Senza un motivo seguii quello strano uomo che si mise seduto in terra nella piazza del villaggio, pose davanti a sé la sua ciotola per le elemosine ed iniziò a recitare un mantra.
Aveva uno sguardo sorridente e gli occhi riflettevano una calma profonda che impressionava chiunque lo guardasse.
Piano piano qualche moneta cadde nella ciotola e qualcuno gli allungò qualcosa da mangiare.
Nel primo pomeriggio tornai per vedere se fosse sempre li. Lo vidi che si stava allontanando e io lo seguii.
Dopo un po’ si fermò davanti alla grande montagna che saliva oltre il cielo.
Si mise a sedere sulla sua sedia e rimase cosi, immobile a guardare la montagna.
Allora un po’ timidamente mi misi anch’io a sedere accanto a lui ed a guardare la montagna. Lui mi rivolse uno sguardo benevolo ma non proferì parola.
Dopo un po’ io non vedevo altro che la montagna immobile e gli chiesi
-Ma cosa vedi, cosa c’è di interessante nella montagna?
-Noi non vediamo i cambiamenti. Per noi tutto è fermo, immobile come quella montagna. Cosa c’è di più fermo di una montagna, pensiamo. Ma non è cosi. Nell’universo nulla è fermo, nulla è sicuro per sempre. Vedi, il colore cambia a seconda dell’ora e la luce muta e ti fa vedere particolari che altrimenti non vedresti.
Se tu guardi con occhi acuti e pazienti vedrai crescere l’erba, cadere le foglie, apparire e scomparire le nuvole, come nella nostra vita appaiono e scompaiono le persone. Alcune nuvole ci paiono bellissime, altre ci portano vento e tempesta.
Esattamente come fa la vita con noi.
Noi ci illudiamo, certi di false speranze e sicurezze, che nulla cambierà nella nostra vita, che nulla ci potrà accadere. Pensiamo che il futuro sia lo stesso del passato. A volte tremiamo per qualcosa che potrebbe accadere e speriamo che non ci tocchi.
Gli animali, loro si che percepiscono che nulla è fermo e sicuro. L’orso si prepara per tempo all’inverno, il daino percepisce l’arrivo della tigre e scappa.
Noi no, ormai non riusciamo più a vedere il mondo, l’universo intorno e dentro di noi.
Queste parole mi colpirono, ma li per li non riuscii bene a capirle e rientrai a casa.
Il giorno dopo tornai al solito posto e lo ritrovai lì, immobile. Aveva solo aperto un ombrello e lo aveva fissato alla sedia per ripararsi dal sole d’estate.
-Salve Lama
-Pace a te figliolo. Sei venuto a vedere come l’universo cambia? Siediti accanto a me. Inizia fissando un punto della montagna, del prato del cielo, quello che vuoi e guarda i cambiamenti.
Io guardai prima la roccia della montagna. La luce mutava in continuazione e rimasi colpito di quante sfumature potesse avere un sasso. Poi mi misi a fissare un punto del cielo. Vedevo correre le nuvole in un fantastico caleidoscopio. Bianco grigio nero si confondevano nella mia testa. Fu un’esperienza nuova e grandiosa.
-Grazie Lama, domani tornerò. - Lo salutai
-Domani forse sarò ancora qui.
Il giorno dopo tornai e lui era ancora lì.
Io mi rimisi a guardare la roccia e il cielo e l’erba. Mi sembrava di sentirla crescere. Sentivo la roccia che lentamente si sgretolava, sentivo l’anima delle nuvole, sentivo il vento che portava via qualcosa di me.
Andò avanti così per quasi un mese. Ci sedevamo accanto e osservavamo.
Il Lama recitava il suo Tantra.
Mi spiego che il Tantra è il ritmo dell’anima dell’universo. Mi disse che tutto vibra e niente può stare mai fermo.
Clicca Il karma del coccodrillo
Un giorno mi parlo del karma, di come tutta la nostra vita dovrebbe essere tesa a mettere buone azioni verso gli altri. Solo le azioni positive che mettiamo per aiutare gli altri, quelle che ci fanno durare fatica, cambiano davvero il nostro karma. Mi disse che altrimenti, alla nostra morte, saremmo ripartiti da livelli molto più bassi di vita e di comprensioni a seconda anche delle cattive azioni messe in atto.
Mi spiegò che a volte una nostra cattiva azione serve a compiere il karma di qualcun altro, ma che a fare del bene ci si guadagnava sempre.
-Vedi, mi disse, il coccodrillo è un animale feroce. Assalta all’improvviso le povere gazzelle che vanno a bere e le sbrana. Ma non le odia, non è malvagio, non si diverte a vederle soffrire. È il suo istinto e lui ha fame. Noi uomini invece sfoghiamo la nostra rabbia, la nostra impotenza perché non riusciamo ad essere ciò che vorremmo. Siamo ottenebrati dalla sete di potere, dal volere sempre più cose inutili che manifestino la nostra ricchezza. Tutto vano, inutile. Il karma del coccodrillo e fare il coccodrillo. Il nostro è migliorarci e non correre dietro alle vane ombre del nostro demone interiore. Ognuno di noi ha dentro di sé una parte buona ed una cattiva. Non bisogna mai far prevalere quella cattiva. Noi abbiamo la consapevolezza di ciò che ci circonda e la possibilità di scegliere. Questo è un grande privilegio, ma anche una grande responsabilità. L’universo, la natura non è lì per noi, per sfruttarla, ma per aiutarci a sopravvivere e migliorarci. È una grande occasione. Se non lo si capisce si scompare nel nulla o peggio, si riparte dall’inizio.
Quella notte dormii poco e pensai al demone che era dentro di me. A tutte le volte che avevo capito che qualcosa mi dava noia, che non ero contento di me e che non riuscivo però a muovermi, a realizzare ciò che sognavo.
Sì, aveva ragione. Se non mettiamo le azioni giuste non andiamo da nessuna parte. Giriamo in tondo ai nostri inganni.
Mi spiegò che a volte una nostra cattiva azione serve a compiere il karma di qualcun altro, ma che a fare del bene ci si guadagnava sempre.
-Vedi, mi disse, il coccodrillo è un animale feroce. Assalta all’improvviso le povere gazzelle che vanno a bere e le sbrana. Ma non le odia, non è malvagio, non si diverte a vederle soffrire. È il suo istinto e lui ha fame. Noi uomini invece sfoghiamo la nostra rabbia, la nostra impotenza perché non riusciamo ad essere ciò che vorremmo. Siamo ottenebrati dalla sete di potere, dal volere sempre più cose inutili che manifestino la nostra ricchezza. Tutto vano, inutile. Il karma del coccodrillo e fare il coccodrillo. Il nostro è migliorarci e non correre dietro alle vane ombre del nostro demone interiore. Ognuno di noi ha dentro di sé una parte buona ed una cattiva. Non bisogna mai far prevalere quella cattiva. Noi abbiamo la consapevolezza di ciò che ci circonda e la possibilità di scegliere. Questo è un grande privilegio, ma anche una grande responsabilità. L’universo, la natura non è lì per noi, per sfruttarla, ma per aiutarci a sopravvivere e migliorarci. È una grande occasione. Se non lo si capisce si scompare nel nulla o peggio, si riparte dall’inizio.
Quella notte dormii poco e pensai al demone che era dentro di me. A tutte le volte che avevo capito che qualcosa mi dava noia, che non ero contento di me e che non riuscivo però a muovermi, a realizzare ciò che sognavo.
Sì, aveva ragione. Se non mettiamo le azioni giuste non andiamo da nessuna parte. Giriamo in tondo ai nostri inganni.
L’inganno dell’apparenza
Il giorno successivo lo ritrovai sempre sulla sua sedia a guardare il sole che nasceva.
-Vedi come cambiano le ombre, che bei disegni tracciano, ma è solo apparenza.
Mi disse che l’apparenza è ingannevole, di non fidarmi mai di ciò che si vede ma di andare oltre, di capire la vera essenza delle cose e delle persone.
-Concentrati sul momento e non sul tempo dell’uomo. Non farti ingannare, non esiste l’ieri o il domani C’è solo l’attimo che percepisci. Se non riesci a sentirlo è perso per sempre. Cerca di vivere ogni istante percependo i cambiamenti. Non perdere mai la vigile attenzione. Stai attento a chi è intorno a te a cosa sente, cosa prova. Non aspettare che lui ti chieda ma capisci tu di cosa ha bisogno.
Tu puoi aiutare gli altri, ogni essere di questo mondo ha diritto alla tua attenzione. L’erba i sassi, i pesci, le persone.
Tutto muta, non ti fidare dell’immagine che ti sei costruita. È solo un’ombra ingannevole. Noi siamo solo ombre nel tempo.
-Lama, ma torneremo dopo la morte?
-Non puoi tornare perché non te ne andrai. Non potrai tornare sinché non te ne andrai. Ti trasformerai in qualcos’altro. Domani io partirò. Ormai hai capito. Seguita a guardare con occhi che vedono e a sentire non solo con gli orecchi ma con l’anima. Il Buddha ha grandi orecchi. Abbili anche tu.
Si girò verso la montagna e riprese a recitare il mantra. Ed io con lui.
Il giorno dopo tornai li ma lui non c’era più.
Capii all’improvviso che aveva cambiato per sempre me e la mia vita.
Per vivere basta una sedia, un abito ed una ciotola.
Per vivere bene bisogna solo vedere ed ascoltare il mondo e chi ci circonda.
Capii che è la compassione che ci salva. Che la compassione è la comprensione dell’altro. È essere parte attiva dell’Universo e non un semplice spettatore.
Io ci sto provando e tu?
-Vedi come cambiano le ombre, che bei disegni tracciano, ma è solo apparenza.
Mi disse che l’apparenza è ingannevole, di non fidarmi mai di ciò che si vede ma di andare oltre, di capire la vera essenza delle cose e delle persone.
-Concentrati sul momento e non sul tempo dell’uomo. Non farti ingannare, non esiste l’ieri o il domani C’è solo l’attimo che percepisci. Se non riesci a sentirlo è perso per sempre. Cerca di vivere ogni istante percependo i cambiamenti. Non perdere mai la vigile attenzione. Stai attento a chi è intorno a te a cosa sente, cosa prova. Non aspettare che lui ti chieda ma capisci tu di cosa ha bisogno.
Tu puoi aiutare gli altri, ogni essere di questo mondo ha diritto alla tua attenzione. L’erba i sassi, i pesci, le persone.
Tutto muta, non ti fidare dell’immagine che ti sei costruita. È solo un’ombra ingannevole. Noi siamo solo ombre nel tempo.
-Lama, ma torneremo dopo la morte?
-Non puoi tornare perché non te ne andrai. Non potrai tornare sinché non te ne andrai. Ti trasformerai in qualcos’altro. Domani io partirò. Ormai hai capito. Seguita a guardare con occhi che vedono e a sentire non solo con gli orecchi ma con l’anima. Il Buddha ha grandi orecchi. Abbili anche tu.
Si girò verso la montagna e riprese a recitare il mantra. Ed io con lui.
Il giorno dopo tornai li ma lui non c’era più.
Capii all’improvviso che aveva cambiato per sempre me e la mia vita.
Per vivere basta una sedia, un abito ed una ciotola.
Per vivere bene bisogna solo vedere ed ascoltare il mondo e chi ci circonda.
Capii che è la compassione che ci salva. Che la compassione è la comprensione dell’altro. È essere parte attiva dell’Universo e non un semplice spettatore.
Io ci sto provando e tu?